PETER BUGGENHOUT

THE BLIND LEADING THE BLIND

28 gennaio – 19 febbraio 2017, Salone Banca di Bologna – Palazzo De’ Toschi
A cura di Simone Menegoi

Peter Buggenhout, The blind leading the blind #65, 2014

La Mostra

The Blind Leading The Blind è la prima personale in Italia dell’artista belga Peter Buggenhout (1963, vive e lavora a Ghent), uno dei più importanti scultori europei della sua generazione.

La mostra si compone di due opere, entrambe appartenenti alla serie The Blind Leading The Blind [“La parabola dei ciechi”]. La prima (The Blind Leading The Blind # 65, 2014) è una creazione di spettacolare impatto visivo – misura circa 10 metri di lunghezza per 6 di altezza –  realizzata con una gamma di materiali che include tubi di ferro, pannelli di compensato, moquette, scarti industriali, calcinacci; un pezzo di architettura ambiguamente sospeso fra costruzione e distruzione, edificazione e crollo. La seconda opera, (The Blind Leading The Blind # 25, 2007), è un oggetto enigmatico, dalla forma scabra e irregolare, presentato in una teca come un reperto archeologico. Entrambe le opere sono inedite per l’Italia.

Da vent’anni il lavoro di Peter Buggenhout sfida lo spettatore con un paradosso: le sue opere sono elaborate creazioni artistiche che sembrano a prima vista prodotti del caso e del tempo. Le sculture della serie The Blind Leading The Blind hanno l’aspetto di relitti, macerie, rovine: opere nate da un intento razionale, ma fracassate e mutilate da un evento sconosciuto. In altri casi, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a organismi soggetti a una proliferazione caotica bruscamente interrotta. Tutte le opere del ciclo sono coperte, in parte o interamente, di uno strato di polvere, come se fossero state ritrovate dopo decenni di abbandono: i critici le hanno definite “reperti archeologici del futuro”.

L’uso della polvere come materiale scultoreo è uno degli aspetti più affascinanti del lavoro di Buggenhout. Associata allo scorrere del tempo, al decadere e al dissolversi delle cose, la polvere suggerisce di leggere le sculture dell’artista belga come malinconiche vanitas, nature morte che rammentano a chi le guarda la caducità di tutto. Lo scultore mette però in guardia da un’interpretazione del suo lavoro in chiave unicamente negativa, come una sorta di monumento all’entropia: “Potrebbe essere vero l’opposto. Lascio che sia lo spettatore a decidere. La distruzione conduce alla fine alla costruzione, nello stesso modo in cui le foglie morte nutrono gli alberi. È un costante avanti-e-indietro, quello che affrontiamo. La situazione è in uno stato di flusso”, ha dichiarato.

L’Artista

Nato nel 1963 a Dendermonde, Belgio
Vive e lavora a Ghent, Belgio. Da vent’anni Peter Buggenhout sfida lo spettatore con un paradosso: le sue opere sono elaborate creazioni artistiche che sembrano a prima vista prodotti del caso e del tempo. Le sculture della serie The Blind Leading The Blind [“La parabola dei ciechi”] hanno l’aspetto di relitti, macerie, rovine: opere nate da un intento razionale, ma fracassate e mutilate da un evento sconosciuto. In altri casi, l’impressione è quella di trovarsi di fronte a organismi soggetti a una proliferazione caotica bruscamente interrotta. Tutte le sculture sono coperte, in parte o interamente, da uno strato di polvere, come se fossero state ritrovate dopo decenni di abbandono.

Buggenhout appartiene a una genealogia di artisti – non solo artisti visivi: ad esempio, lo scultore annovera fra le sue ispirazioni l’opera dello scrittore Georges Perec – che si sono proposti di raffigurare il mondo in tutta la sua inesauribile, caotica complessità, al di fuori delle gerarchie di valore e dei criteri di senso con cui ci orientiamo nella vita quotidiana. 
Le sue sculture si propongono come un analogo della realtà stessa, sia per la forma, in cui convivono progettualità e caos, crescita e deperimento, sia per la gamma dei loro materiali, che include pressoché qualunque cosa. (Per le sculture della serie Gorgo, Buggenhout impiega addirittura interiora di animali, crini, sangue).

L’assunto estetico e intellettuale dell’opera di Buggenhout è che ogni tentativo di imporre alla realtà un ordine razionale sia sempre parziale, limitato, e destinato a lungo termine al fallimento. Non a caso il titolo che l’artista ha scelto per la sua serie principale di opere è “La parabola dei ciechi”. È un riferimento a un’opera molto amata dallo scultore, il capolavoro omonimo di Pieter Brueghel il Vecchio conservato al Museo di Capodimonte, ma anche al passo del Vangelo di Matteo che il dipinto illustra, proverbiale richiamo alla fallacia delle conoscenze umane: «Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso».

Vedute della Mostra

La mostra si compone di due opere, entrambe appartenenti alla serie The Blind Leading the Blind (“La parabola dei ciechi”. Entrambe inedite per l’Italia. The Blind Leading the Blind # 65, 2014. La prima è una creazione di spettacolare impatto visivo – misura circa 10 metri di lunghezza per 6 di altezza – realizzata con una gamma di materiali che include tubi di ferro, pannelli di compensato, moquette, scarti industriali, calcinacci; un pezzo di architettura ambiguamente sospeso fra costruzione e distruzione, edificazione e crollo. The Blind Leading the Blind # 25, 2007 La seconda opera è un oggetto enigmatico, dalla forma scabra e irregolare, presentato in una teca come un reperto archeologico.

Video

Informazioni

A CURA DI


ASSISTENTE CURATRICE


DATE MOSTRA


LUOGO


COLOPHON

Simone Menegoi


Barbara Meneghel


28 gennaio-19 febbraio 2017


Salone Banca di Bologna – Palazzo De’ Toschi


Coordinamento: Katrien Driesen; Allestimento: Willem Boel, Jan Pauwels; Trasporti: a. hartrodt (Belgium) Airfreight n.v.; Traduzioni: Johanna Bishop; Fotografie: Dario Lasagni. Si ringraziano: Giulia Maria Baisi, Francesca Caselli, Luca Loreni, Mauro Loreti, Gianluca Mezzetti, Luigi Raffa. Un ringraziamento speciale ad Alberto Ferrari. Si ringrazia inoltre l’Accademia di Belle Arti di Bologna, e in particolare la Professoressa Sergia Avveduti, per l’aiuto nell’organizzare il servizio di mediazione alla mostra.

A CURA DI

Simone Menegoi e Barbara Meneghel


DATE MOSTRA

29 gennaio – 24 febbraio 2019


LUOGO

Salone Banca di Bologna – Palazzo De’ Toschi


COLOPHON

Coordinamento: Katrien Driesen; Allestimento: Willem Boel, Jan Pauwels; Trasporti: a. hartrodt (Belgium) Airfreight n.v.; Traduzioni: Johanna Bishop; Fotografie: Dario Lasagni. Si ringraziano: Giulia Maria Baisi, Francesca Caselli, Luca Loreni, Mauro Loreti, Gianluca Mezzetti, Luigi Raffa. Un ringraziamento speciale ad Alberto Ferrari. Si ringrazia inoltre l’Accademia di Belle Arti di Bologna, e in particolare la Professoressa Sergia Avveduti, per l’aiuto nell’organizzare il servizio di mediazione alla mostra.

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